Restauro degli intonaci antichi esterni di Villa Panza a Varese
Committente: FAI, Fondo per l’Ambiente Italiano
Progettisti: Arch. Antonio Ghidini e Arch. Guglielmo Mozzoni
Restauri a cura di ICSA
Anno: 1999-2000
Villa Panza, edificio barocco fatto erigere dal Marchese Paolo Antonio Menafoglio tra il 1755 e il 1766, presenta una struttura a "U" rivolta verso il giardino. Nel 1788 la villa divenne di proprietà del Marchese Benigno Rossi e all'inizio del XIX secolo dei Litta Visconti di Arese fino all'ultimo discendente dei primi anni del XX secolo; infine, passò alla famiglia Panza che qualche anno fa la donò al FAI, il quale ne intraprese il necessario restauro. Già nel 1992 fu da noi effettuata una accurata indagine stratigrafica sugli intonaci esterni della villa: in quegli anni tutte le superfici, comprese le parti in pietra, si presentavano coperte da uno strato di colore ocra a calce, eseguito in un precedente intervento di manutenzione. Dall'indagine emerse che le superfici originarie erano state eseguite con un intonaco a calce bianco, cucchiaiato in superficie. Nel 1998, anno del nostro intervento di restauro sulle facciate della villa per conto dell'impresa "Bianchi" di Varese, lo strato ocra si presentava attenuato per la continua esposizione agli agenti atmosferici, pur permanendo una patina giallastra e alcuni interventi di decorazione nelle finestre tamponate. L'intonaco a calce cucchiaiata, appariva in discreto stato di conservazione, presentandosi con solo qualche zona erosa e poche perdite di superficie. Da principio, fu effettuata una pulitura generale di tutte le superfici, tramite una raschiatura con bisturi e raschietti delle ridipinture che si trovavano al di sopra della probabile stesura originale a bianco di calce, la quale si presentava con almeno due stesure a calce. Le tracce delle ridipinture sono state successivamente eliminate con una spazzolatura ripetuta e con l'impiego di soluzione di bicarbonato di ammonio, conseguentemente sciacquata. Nei punti dove gli intonaci risultavano staccati dal supporto, furono eseguite delle iniezioni di miscela consolidante, a base di calce idraulica bianca ed inerti simili a quelli presenti nell'intonaco originale, sabbia e polvere di marmo; ove necessario, fu aggiunta resina acrilica in emulsione. I rappezzi a calce in buone condizioni, eseguiti nei precedenti interventi, furono mantenuti; quelli ammalorati vennero asportati. Furono tamponate tutte le lacune con malta a base di calce (Lafarge), addizionata con sabbia e polvere di marmo, simile per colore e granulometria alle zone leggermente abrase dell'intonaco originale. La restituzione dell'unità cromatica é stata attuata mediante leggere velature con colore a calce pigmentata. Per proteggere le superfici dagli agenti atmosferici é stato applicato un prodotto protettivo a spruzzo. Il restauro eseguito sugli intonaci antichi, ha riportato alla luce i prospetti originari dell'edificio, trasformandoli così in "documento materico", in "testimonianza scritta" di un intervento conservativo eseguito nel profondo rispetto e nella valorizzazione, sempre auspicata, di un importante edificio storico come Villa Menafoglio-Litta-Panza.